GINO GARDASSANICH (GARD)
Un Grande Portiere... una Grande Storia...
LA STORIA
Gino Gardassanich
PORTIERE 1,80m per 74 Kg - Nato a Sussak (Fiume - ex Jugoslavija, ora Croazia) il 26 Novembre 1922
Ha esordito in Serie C Jugoslava il 18/10/1942 in Peris - Magazzini Generali 1-1
Proseguì poi in Prima Lega Jugoslava l'11/08/1946 in Operaia Pola-Quarnero 2-1
e negli anni a seguire:

- 1940-41
- 1941-42
- 1942-43
- 1943-44
- 1944-45
- 1945-46
- 1946-47
- Nov. 1946
- 1947-48
- 1948-49
- 1949-59
  • Partecipò ai Mondiali di calcio Brasile 1950 con la rappresentativa USA e disputò 6 gare nella Nazionale Americana.
  • Sino al 1970 è stato allenatore e consulente di importanti team calcistici in USA.
Gradjanski Zagreb
Orient
Magazzini Generali
Todt
Silurificio Whitehead
Magazzini Generali
Quarnero
Fiorentina
Marsala
Reggina
SlovaK Chicago
Jugoslavia
Jugoslavia
Serie C
CDB
Amich
CM
I JUG
Serie A Italia
Serie C Italia
Serie C Italia
USA
Scheda tecnica - Gino Gardassanich - Gard
      L'Articolo de "EL BALON FIUMAN - Quando su la Tore era l'Aquila" - 2004








Gocce di memoria - Ritratti dei protagonisti del Calcio fiumano

Gardassanich (Gard) Gino
Portiere di grande calma e piazzamento, si sistemava sempre abilmente nella posizione migliore per neutralizzare le eventuali conclusioni e difficilmente si lasciava sorprendere. Ottimo negli interventi sulle palle alte, era estremamente efficace anche nelle uscite basse sui piedi degli attaccanti avversari. Possedeva mezzi atletici notevoli, si tuffava da ambo i lati senza punti deboli, dimostrando una superiore elasticità tra i pali.
Con le braccia robuste, lanciava il pallone con le mani come se fosse un calcio di rinvio. Solitamente giocava con il "capelin" a proteggere la vista, sia che ci fosse il sole o la pioggia.
E' stato l'ultimo erede della grande tradizione degli estremi difensori fiumani del periodo italiano.
Una scuola che ha visto nascere e crescere grandi interpreti: da Marietti, il capostipite, a Raicovich, da Puhar a Raunich, a Brazzoduro.
Figlio primogenito di Piero e Anna Hubler, viveva in Piazza Regina Elena, sopra la Pasticceria Piva, con le sorelle Anita del 1928, Sonia del 1936 e il fratello Nevio del 1946. Il padre commerciava in pollame e uova all'ingrosso che forniva ai grandi alberghi di Abbazzia. Gino nacque casualmente a Sussak, dove la mamma recatasi a trovare un'amica, fu colta all'improvviso dalle doglie e dovette partorire da una levatrice della zona. Nelle prime partitelle tra amici, quand'era poco più che ragazzino, mise già in mostra eccellenti doti acrobatiche.
Innamorato del calcio si scorticava continuamente la pelle delle ginocchia, lanciandosi impavido sui terreni con poca erba di Fiume. Un giorno al campo dello Scoglietto, Stefano Raicovich, il portierone della Fiumana lo vide all'opera e gli predisse un grande avvenire ai massimi livelli del calcio italiano.
I genitori vollero che frequentasse la cosidetta Trgovacka Akademija (accademia Commerciale) a Zagabria. Lì, infatti, iniziò a giocare seriamente al football, o meglio al "nogomet". Salì alla ribalta nella squadra Allievi che stravinse il campionato di categoria, passando al Grandjanski Zagreb sul finire degli anni '30. Ammirava Franjo Glazer, il fortissimo portiere della nazionale, poi mister del Rijeka, mentre il tecnico ungherese Bukovi lo spronava di continuo di dare il massimo perché arrivasse anche lui in prima squadra. Ogni tanto lo accontentava, chiamandolo a fare la riserva nel più importante campionato Jugoslavo. Un'esperienza indimenticabile quella sui campi della massima divisione, ricordata anni dopo nel 1960 all'Hotel Continental di Zagabria, quando Gino e il vecchio Bukovi si ritrovarono casualmente nella hall.

Alla fine della scuola, una volta ottenuto il diploma, rientrò a casa. A 19 anni era considerato ancora troppo giovane per insidiare Dapretto e Kanz e difendere la porta Fiumana in serie B: finì così all'Orient di Sussak. Dodici mesi dopo lo chiamò Lauro Pillepich ai Magazzini Generali in serie C, offrendogli un impegno nell'azienda come assistente magazziniere. Contendeva il posto numero uno a Bebo Brazzoduro, più basso ma non per questo meno agile e concreto di lui. Giocò da titolare in quasi due terzi del torneo, poi a fine anno l'attività agonistica venne sospesa, la guerra entrava nella sua fase più terribile e tragica. Pur non avendone titolo (non frequentava l'università), ma proprio per la sua bravura, giocò al campo Cellini, nella prestigiosa partita contro la selezione dell'Accademia Militare, in occasione della visita delle navi scuola "Vespucci" e "Colombo" nel 1942. Fra gli avversari giocarono due ufficiali, divenuti poi Ammiragli: Nachira e De Gaetani.

Nel 1943, conoscendo perfettamente la lingua tedesca, il croato, l'italiano, l'inglese e il francese, dopo l'occupazione della sua azienda, che chiamarono O.T. Zehtmayr, da parte dei nazisti, venne assunto al loro servizio come impiegato-traduttore. Si trovò così a lavorare gomito a gomito con la Gestapo.
Grazie all'intima amicizia stretta con un sottufficiale germanico di origine iberica, riuscì al termine di un movimentato match di calcio fra la rappresentativa Zehtmayr, composta da giocatori del posto e una formazione delle SS, con successivi festeggiamenti dei vincitori italiani in "bosco", a salvare qualcuno di questi dall'arresto e dalla conseguente deportazione sui vagoni bestiame. Ad altri andò purtroppo male, furono caricati sulle carrozze adibite al trasporto merci con destinazione Germania.

Parallelamente alla carriera calcistica, si allenava e scendeva regolarmente in campo come centroboa prima nel Viktorija di Sussak, poi nella Quarnero di pallanuoto, che partecipava al torneo nazionale.
Finalmente il crudele periodo bellico terminò, la vita riprese quasi normalmente e si ritornò anche a giocare a pallone. Gino riprese il suo posto in fabbrica e nella porta della squadra aziendale, trionfando Coppa Maras 1946.

Dopo il Quarnero, con il quale scese in campo sei volte nel campionato di prima lega Jugoslava, nel novembre del 1946, grazie all'interessamento dell'amico triestino Eliani, venne acquistato dalla Fiorentina, guidata all'epoca dall'ex vercellese Guido Ara. In Toscana non riuscì a debuttare in serie A, trovandosi la strada sbarrata da Romoli e dall'infortunato Eberle. Si trovò così ad incrociare i tacchetti solamente in qualche amichevole. In una di queste affrontò il Livorno e parò un rigore a Mario Zidarich, scusandosi subito dopo e presentandosi come un suo ammiratore fiumano.

Nel 1947 passò al Marsala in serie C, con Antonio Velcich e Oselladore, già compagni di squadra nei Magazzini. L'annata fu estremamente positiva, risultò una delle colonne della compagine siciliana e sull'isola incontrò la futura moglie Anna Rizzo, nata in America da genitori italiani.
Dodici mesi dopo lo si trovò alla Reggina, dove andò ad infoltire i ranghi della nutrita colonia fiumana che vedeva già Bercarich, Bercich, Lucchesi e Bartolomei. Si alternò in porta con Pendibene, giocando dieci partite. Durante l'anno convolò a nozze.
Nell'agosto del 1949, nonostante le insistenze del tecnico Perucchetti che lo pregava di non abbandonare la squadra, salì sul volo Roma-Chicago per prendere dimora stabile negli Stati Uniti: Giunto nell'Illinois, firmò subito l'ingaggio con lo Slovak. Con la formazione americana vinse il Nielsen Trophy nella I Divisione dei calcio indoor e il Montgomery Trophy.
Con il Chicago All Star affrontò il fortissimo Amburgo, in tournee negli Stati Uniti il 10 maggio 1950, in un incontro che, all'epoca, fece scalpore. I campioni tedeschi sbeffeggiati e fischiati dai 45.000 spettatori assiepati sulle tribune, vinsero 10-0, scatenandosi con veemenza davanti alle urla dei supporter americani che gli rinfacciavano la sconfitta nell'ultimo conflitto mondiale. Manifestarono la loro superiorità, sciorinando un calcio irresistibile. Con una vittoria schiacciante diedero una lezione di comportamento al pubblico degli "Yenkee".

Gardassanich venne neutralizzato statunitense a sua insaputa, accorciò il nome in Gard, per renderlo più facilmente pronunciabile e partecipò così alla spedizione USA in Brasile per i mondiali 1950. I famosi campionati vinti dall'Uruguay di Ghiggia e Schiaffino. Non venne mai impiegato in partite ufficiali, facendo la riserva a Frank Borghi del Saint Louis. Scese in campo con la maglia della nazionale sei volte, contro l'Inghilterra, nello storico successo per 1-0, la Turchia, la Svezia, la Norvegia e il Messico.
In America nacquero anche i suoi due figli: Gino Jr. nel 1953 e Gary nel 1956. Dal 1992 è stato inserito nella Illinois Hall of Fame del Soccer USA, e recentemente anche nell'albo d'oro del calcio americano.

Da vero atleta in vita sua non ha mai bevuto né fumato, soltanto adesso, a quasi 82 anni (nel 2004), si concede qualche bicchierino di quello buono. Tutte le mattine invece esce alle cinque e percorre sei chilometri a piedi per mantenersi in forma.
Ogni anno, come consuetudine, torna a Fiume dove vive una delle sorelle.
Oggi abita a Westchester nell'Illinois, a dodici miglia da Chicago.
Ha lasciato in gestione al figlio Garry la gioielleria di sua proprietà.

I Famigliari:
Piero, il babbo, morì nel 1971 a 71 anni. E' sepolto accanto alla moglie a Cosala.
Anna Hubler, la mamma, scomparve nel 1954, a soli 56 anni.
Anita, 76 anni, la sorella maggiore, vive in Germania sul lago di Costanza.
Sonia, 68 anni, (la sorella minore) è l'unica rimasta a Fiume.
Gino Gardassanich - El Balon Fiuman - 2004
ENGLAND
Line-up
  • Bert WILLIAMS (GK)
  • Wilf MANNION
  • Tom FINNEY
  • Billy WRIGHT
  • Roy BENTLEY
  • Alf RAMSEY
  • John ASTON
  • Stan MORTENSEN
  • Laurence HUGHES
  • Jimmy DICKINSON
  • Jimmy MULLEN
Substitute(s)
  • Ted DITCHBURN (GK)
  • Eddie BAILY
  • Stan MATTHEWS
  • Jim TAYLOR
  • Laurie SCOTT
  • Willie WATSON
  • Jackie MILBURN
  • NICHOLSON
  • Henry COCKBURN
  • William ECKERSLEY
Coach
  • WINTERBOTTOM Walter (ENG)
                                BRAZIL WORLD CUP - 1950

USA  -  England   1 - 0

  • Match Date: 29th June 1950
  • Venue Stadium: Belo Horizonte - Independencia
  • Time: 18:00
  • Attendance: 10.000
  • Goals scored: Joseph GAETJENS (USA)
USA
Line-up
  • Frank BORGHI (GK)
  • Gino PARIANI
  • Edward SOUZA
  • John SOUZA
  • Edward MC ILVENNY
  • Charles COLOMBO
  • Joseph GAETJENS
  • Harry KEOUGH
  • Frank WALLACE
  • Walter BAHR
  • John MACA
Substitute(s)
  • Gino GARDASSANICH (GK)
  • Bob ANNIS
  • Frank MONIZ
  • Geoff COOMBES
  • Helmut DEMUCKE
  • Adam WOLANIN
  • Robert CRADDOCK
  • Nick DI ORIO
  • Benjamin MC LAUGHLIN
Coach
  • JEFFREY Bill (USA)
IV Campionado Mundial de Futebol - Brasil 1950
GRANDI IMPRESE

Mondiali 1950: Per la prima volta l'Inghilterra partecipa, con tutti i favori del pronostico, alla Coppa del Mondo in Brasile. Sottovaluta però clamorosamente il match con i "cugini" americani...

Gli Stati Uniti d’America ritornano ai Mondiali dopo esserne stati assenti sin dal 1934. E nonostante gli USA abbiano poi fallito nell’avanzare al secondo turno della competizione, il Mondiale giocatosi in Brasile nel 1950 sarà ricordato come "The shot heard around the world", con il quale gli USA battono l’Inghilterra in un’incredibile partita, rovinando l’esordio dei “maestri inglesi” nei Campionati del Mondo, disertati fino ad allora per quella che essi consideravano "manifesta superiorità".

Chiaramente condizionati dalla tragedia mondiale conclusasi solo cinque anni prima, i Mondiali 1950 vengono disputati in Brasile. Vi partecipano però solo 13 nazioni, numero dispari e inadatto ai tornei ad eliminazione, dovuto però da una serie di esclusioni e rinunce. Tra le Nazionali che rinunciano vi sono soprattutto quelle dell’Est europeo, inclusa l’ascendente stella dell’Ungheria – che infatti vincerà la medaglia d’oro nel calcio alle Olimpiadi di due anni dopo, a Helsinky – e l’URSS, che si rifiuta di affrontare le nazioni occidentali. Austria e Cecoslovacchia, tra le migliori

Nazionali nelle edizioni precedenti, erano uscite decimate dalla guerra e decidono di non partire, la Francia invece, rifiuta di sostituire la Turchia. Argentina, Perù ed Ecuador si ritirano per varie ragioni. La Germania non partecipa perché non ancora riammessa dalla FIFA, e all’India infine non viene concesso di scendere in campo, nonostante si fosse qualificata, perché i suoi giocatori pretendevano di giocare scalzi come durante il torneo di qualificazione...

Gli USA erano riusciti a qualificarsi a malapena, nonostante le sconfitte nei due match col Messico, rimediando un pareggio (1-1) e una vittoria (5-2) contro Cuba. Molti dei giocatori scelti dal “selection committee” per la rosa finale avevano avuto un ruolo importante nelle qualificazioni, inclusi i vari Walter Bahr, Gino Pariani, Harry Keough, Frank Borghi, Benny McLaughlin, Frank Wallace, John Souza e Charlie Colombo. Ma Benny McLaughlin non poté andare in Brasile a causa di problemi di lavoro e della data di matrimonio già fissata! Un altro giocatore importante per la squadra, Jack Hynes, fu lasciato fuori a causa di alcuni commenti critici sul processo di selezione seguito dalla USSFA. Gli esordienti della rosa erano Ed McIlvenny, Ed Souza, Joe Maca, Joe Gaetjens, Robert Annis, Geoff Coombes, Adam Wolanin, e il portiere di riserva, Gino Gardassanich di Chicago. Tutti, eccetto tre, i giocatori erano nati negli USA, nonostante alcune questioni sorsero in relazione ai requisiti di partecipazione proprio di quei tre, che furono comunque ammessi dalla FIFA. Walter Giesler, presidente della USSFA seguì la squadra in Brasile in qualità di team manager, mentre Bill Jeffrey venne nominato allenatore.

La squadra, trasferitasi in Brasile con un notevole anticipo, fu in grado di allenarsi con una certa regolarità, e i giocatori, molti dei quali avevano un altro lavoro, si impegnarono a fondo. Addirittura misero insieme una bellissima prestazione andando a perdere solo 1-0 contro l'All-England team (The English FA XI), anche se poi vennero sconfitti 5-0 dal Besiktas.

Le 13 Nazionali vennero divise in quattro gruppi, con gli USA nel 2° insieme a Spagna, Inghilterra e Cile, con solo la prima a qualificarsi. Il match d’esordio, il 25 giugno a Coritiba, vede gli USA affrontare la Spagna. Dopo 15 minuti di pressione da parte delle “furie rosse”, gli USA passano inaspettatamente in vantaggio con Gino Pariani, che dopo aver raccolto un cross dalla destra all’altezza del disco del rigore, trovandosi pressato, piazza un gran tiro che s’insacca alla sinistra del portiere. Decisi a resistere, gli americani riescono a contenere la Spagna fino a dieci minuti dalla fine, quando Charlie Colombo perde palla in difesa consentendo agli avversari di pareggiare. Subito il gol la difesa USA “collassa”, consentendo agli spagnoli altri due gol negli ultimi cinque minuti, per uno score finale di 3-1. Nonostante la sconfitta, la buona prova contro un avversario nettamente più forte, apportò molta fiducia tra le fila degli americani.

E si arriva cosi alla partita con la P maiuscola: Belo Horizonte, 29 giugno, gli USA affrontano l’Inghilterra. Gli inglesi se l’erano presa comoda nei giorni precedenti. Non abituati ai pessimi campi di allenamento brasiliani, di solito si cambiavano nelle loro camere d’albergo, e decisero inoltre di lasciare in tribuna molti giocatori chiave per farli riposare in vista delle partite successive. Gli USA avevano invece approcciato la gara allenandosi con grande professionalità e scesero in campo con grande convinzione, preceduti dallo scherno della stampa brasiliana. Poco dopo l’inizio della partita, quando un tiro degli inglesi finisce di poco sopra la traversa, si videro i giocatori inglesi ridere in campo già immaginandosi la quantità di gol che segneranno. Ma facevano i conti senza l’oste. La linea difensiva messa in piedi dagli americani infatti regge l’impatto dei numerosi assalti dei bianchi d’Inghilterra, e piano piano anche i 10.500 sugli spalti si rendono conto che quella è una partita vera.

Il grande momento arriva al 37’: azione di Ed McIlvenny che lancia Walter Bahr, tiro forte di quest’ultimo alla sinistra del portiere Bert Williams. Che salta per andare a parare, ma viene anticipato da Joe Gaetjens, i cui tratti somatici tradivano l’origine haitiana, che di testa indirizza la palla nell’angolo opposto. Incredibile. L’Inghilterra, nonostante il tempo ancora disponibile per pareggiare, non ce la fa. Prima è Charlie Colombo a salvare in extremis un attacco, poi è Frank Borghi a compiere il miracolo parando al 59' sulla linea un colpo di testa di Jimmy Miullen. Gli inglesi provano a spostare i giocatori in ruoli differenti, con continui assalti alla porta dell’oriundo lombardo Borghi, ma non funziona, e la frustrazione inizia a pervadere i britannici. E quando l’americano John Souza dribbla ben sei giocatori inglesi in mezzo al campo, il ridicolo scende su di loro. Il destino aveva stabilito che per gli inglesi dovesse quel giorno verificarsi quello che per noi sarebbe stata, sedici anni dopo, la Corea. Gli USA si avvicinano anche al raddoppio con Frank Wallace che, su passaggio di Pariani, viene però anticipato dal portiere. Poco dopo l’arbitro fischia la fine. La squadra più forte del mondo esce dal campo battuta da una Nazionale di semiprofessionisti che molti non credevano neanche in grado di mettere insieme undici giocatori. La notizia sorvola immediatamente l’Atlantico, ma nessuno, da Londra in su, crede ad una sconfitta contro i dilettanti americani. Un giornale scrive di un terribile errore di trasmissione e dà conferma della vittoria per 10-1. La sconfitta deprime a tal punto gli inglesi che usciranno sconfitti anche dal match con la Spagna, uscendo con infamia dai loro primi Mondiali.

Sfortunatamente il sogno americano giunge al termine il 2 luglio, a Recife, nell’ultima partita del girone contro il Cile. Un pessimo inizio porta infatti gli USA a finire subito sotto per 2-0. Nel secondo tempo però, in cinque minuti i gol di Frank Wallace prima e di Souza poi riescono a pareggiare il conto. Ma i 40 gradi dello stadio di Recife iniziarono però a pesare sulle gambe degli americani, e quattro minuti dopo il bravo attaccante cileno Jorge Robledo, che già si era messo in luce contro gli inglesi, mette a segno il 3-2 vincente. Lo stesso Robledo, poco sportivamente, sfidò il difensore americano Colombo a togliergli il pallone dai piedi. Il cileno però lo dribblava in tutti i modi possibili, e alla fine Colombo, sconvolto e depresso, uscì addirittura dal campo. Il Cile quindi dilagò 5-2 , con doppietta di Atilio Cremaschi inframezzata dal gol di Prieto. Il girone fu comunque vinto dalla Spagna.

Nonostante la Nazionale USA non sia riuscita a passare al girone successivo, la partecipazione al Mondiale 1950, e specificatamente la partita con l’Inghilterra, rimane l’avvenimento più importante nella storia del soccer USA, come, all’opposto, per la Nazionale inglese. Sfortunatamente, la federazione americana fu lenta a capitalizzare il ritorno di immagine derivante da quella vittoria, e una tournée in Gran Bretagna venne decisa solo nel 1952, con partite contro Irlanda e Scozia. Ma a quel punto tutto l’entusiasmo che circondava la nazionale USA, non c’era già più.

L'AVVENTURA AMERICANA AI MONDIALI 1950

25 giugno 1950
Curitiba, Estadio Brito
SPAGNA - USA 3-1
SPAGNA: Eizaguirre (c) - Alonzo, Antunez, J.Gonzalvo - M.Gonzalvo, Puchades - Basora, Hernandez, Zarra, Igoa, Gainza
USA: Borghi - Keough (c), Maca, McIlvenny - Colombo, Bahr - Craddock, J.Souza, Gaetjens, Pariani, Valentini
Gol: J.Souza 17' (0:1) , Igoa 54' (1:1) , Basora 56' (2:1), Zarra 63' (3:1)
Arbitro: Vianna (BRA) Guardalinee: Costa (POR) e Delasalle (FRA)
Spettatori: 9.000

29 giugno 1950
Belo Horizonte, Estadio Mineiro
USA - INGHILTERRA 1-0
USA: Borghi - Keough, Maca, McIlvenny (c) - Colombo, Bahr - Wallace, J.Souza, Gaetjens, Pariani, E.Souza
INGHILTERRA: Williams - Ramsey, Aston, Wright (c) - Hughes, Dickinson - Finney, Mortensen, Bentley, Mannion, Mullen
Gol: Gaetjens 38'
Arbitro: Dattilo (ITA) Guardalinee: Galeati (ITA) e Delasalle (FRA)
Spettatori: 10.500

2 luglio, 1950
Estadio Maracaná, Rio de Janeiro
CILE - USA 5-2
CILE: Livingstone (c) - Farias, Machuca, Alvarez - Busquets, Rojas - Prieto, Cremaschi, Robledo, Riera, Ibánez
USA: Borghi - Keough, Maca, McIlvenny - Colombo, Bahr (c) - Wallace, J.Souza, Gaetjens, Pariani, E.Souza
Gol: Robledo 16' (1:0), Cremaschi 32' (2:0), Pariani 47' (2:1), J.Sousa 48' (2:2), Cremaschi 54' (3:2), Prieto 60' (4:2), Cremaschi 82' (5:2)
Arbitro: Gardelli (BRA) Guardalinee: Alvarez (BOL) e Heyen (PAR)
Spettatori: 8.501
Tratto dal website storiedicalcio.altervista
USA-England - Brazil World Cup 1950 - Captains exchange
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